illustrazione: Gwen Millward

Oggi, giornata mondiale dei diritti dell’Infanzia lancio un j’accuse.

I bambini, gli ultimi degli ultimi, non hanno ancora il mondo che meritano.
Un mondo che non si perde dietro retorica, frasi da social, proclami di rispetto mal attesi.

Dove sono tutti quando un bambino per strada viene schiaffeggiato?
Dove sono gli adulti quando vedono il dolore di un bambino e gli urlano contro per silenziarlo?
Dove siete quando pubblicamente, di fronte a vostro figlio fate commenti su di lui umiliandolo ed esponendolo alle risate collettive?
Dove siamo noi con la nostra umanità?

Esistono associazioni di protezione delle donne, degli immigrati, dei gatti, dei cani, dell’ambiente.
Ma del bene più prezioso che abbiamo dov’è chi lo protegge? Dove siamo? Dove ci siamo persi?

Ai bambini non basta aver diritto ad un tetto sopra la testa quando sotto vi si urla così forte da temere che possa cadere e schiacciare tutti.
Ai bambini non basta aver diritto ad un pasto caldo quando vengono minacciati e puniti severamente se non lo mangiano.
Ai bambini non serve avere diritto all’istruzione quando invece di passare un piacere verso la conoscenza viene imposta una prestazione da appendere su una parete sanguinolenta e conquistare una fetta in un più d’amore.
Ai bambini non importa nulla di avere la tata migliore del mondo, il doposcuola bilingue, la scuola dei supereroi, ai bambini basterebbe poter stare con i propri genitori.

Sto dalla parte dei bambini, da sempre e per sempre, e a nome di questi sottopongono all’attenzione degli adulti, o presunti tali, che stanno leggendo, un’aggiunta di diritti che ritengo sacrosanti e inviolabili per ogni bambino, di ogni età, in ogni luogo e tempo:


1. diritto all’amore incondizionato. Ossia il diritto ad essere amati per quel che si è e non per quel che si fa e diritto a non vedere l’amore utilizzato come bastone e carota per raggiungere obiettivi che agli adulti interessano;

2. diritto a sentirsi protetti. Ossia il diritto a percepire la casa come il luogo più sicuro e i propri genitori come delle persone tutelanti;

3. diritto alla verità. Ossia il diritto a non crescere con una storia falsata di se stessi con la scusa della protezione dal dolore, perchè le menzogne proteggono solo chi le racconta, non chi ne viene investito;

4. diritto a non crescere nella violenza e a chiamare le cose con il loro nome. Schiaffi, sculacciate, coppini, strattonamenti, spinte, tirate di capelli e orecchie sono VIOLENZA e i bambini che le subiscono sono bambini picchiati e abusati. Abuso di amore, di violenza e fiducia quello che vivono. Nessuno dovrebbe mai credere che per educare qualcuno si possa utilizzare la violenza;

5. diritto a crescere con ruoli chiari in famiglia. Ossia il diritto a non dover diventare genitore dei propri genitori, partner di uno dei due o percepirne uno in fuga o l’altro escludente;

6. diritto a vivere per sè. Nessuno dovrebbe mai nascere con lo scopo di realizzare qualcun altro e l’amore non dovrebbe diventare una gabbia dorata. L’amore libera tutti, accetta la distanza naturale che si crea e la chiama CRESCITA no ABBANDONO;

7. diritto ad avere dei genitori consapevoli e informati. Questo si manifesta osservando il dovere dei genitori di crescere i propri figli con coscienza e conoscenza, che’ un figlio ci viene dato in comodato d’uso gratuito dal cosmo con lo scopo di crescerlo, proteggerlo e lasciarlo libero di vivere in armonia nella società. Genitori che sanno cosa avviene nella gravidanza, come il feto ascolta, come questo periodo e il parto incidano nella sua vita, come accogliere una vita e come costruire una buona relazione di attaccamento, come sostenere lo sviluppo motorio, come si costruisce l’identità, il sistema affettivo, la percezione del mondo e come si struttura il cervello. Genitori consapevoli che per vedere i loro figli devono passare attraverso le trame della loro infanzia e con coraggio lo fanno senza se e ma;

8. diritto ad essere un nuovo individuo e ad esser conosciuto ogni giorno. Ossia il diritto a non dover rimpiazzare nessun vuoto, nessun morto, a non ricevere come nome quello di un defunto di cui non si riesce ad accettare la scomparsa;

9. il diritto ad essere ascoltati. I genitori sono il corpo e i bambini la tac. I bambini segnalano i problemi familiari, non sono il problema familiare. Gli adulti tutti dovrebbero comprenderlo e smetterla di attuare accanimenti terapeutici sull’infanzia senza mettere in discussione le motivazioni che li hanno portati a sviluppare tali sintomi;

10. il diritto al piacere della scuola. Da questa bisognerebbe uscire colmi di entusiasmo e amore per la scoperta, la ricerca e la conoscenza, non di informazioni ingoiate con dolore, noia e ubbidienza. Le informazioni passeranno e rimarrà solo l’annichilimento della persona.

La vera sfida di questo nostro secolo è riconoscere le nostre responsabilità verso l’infanzia.
Enormi, immani, gravissime responsabilità.
Basta con questa idiozia del dire che “allora si attaccano sempre i genitori, poverini”.
Fare i figli richiede delle responsabilità e chi non vuole assumerle come definizione è un irresponsabile.
È ora di uscire dalla giustificazione unirci e sanare quello che abbiamo creato.
È ora di smetterla di incensare, seguire e far guadagnare decine o centinaia di migliaia di euro e a genitori che mediaticamente espongono i loro figli giocando sulla fatica di essere genitori (scusate la ridondanza) e passando sottilmente il messaggio che le nostre vite sono diventate una “merdacchia” con i figli e che siamo vittime della fatica che ci impongono.
Ci ridiamo e mettiamo like, ma la verità è che tutto questo è estremamente doloroso e triste, immaginate se ci fossero profili e profili di uomini che scherzano sul fatto che stare con una donna ha privato loro di libertà, divertimento e che non vedono l’ora che rinizi a lavorare (es. scuola) per finalmente essere libero.
Verremmo condannati un giorno per essere stati così grotteschi, così sfacciatamente umilianti per aver leso la bellezza infinita e la vita immensa che i bambini portano.
Loro, i più grandi terapeuti che mai incontreremo.
Loro le persone più integre che mai conosceremo.
Loro, dotati del coraggio più grande che ci sia.
Loro, capaci di amarci nonostante le nostre miserie.
Loro, che continuano a nascere, e con fiducia a darci la possibilità di migliorare.

6 thoughts

  1. Vero. Gli immigrati però non sono un esempio congruo dato che in essi ci sono anche bambini, non è un insieme che li esclude.

  2. Molto bello. Per noi genitori sembra un linguaggio “duro” ma è davvero ora di ascoltarlo senza più nasconderci dietro un dito…

  3. Schietta e sincera, arrivi dritta la punto, passando per il cuore, senza lasciarlo indisturbato. Grazie!

  4. Ciao. Grazie per questa riflessione. Mi trovo in accordo si tutto. La coscienza, conoscenza, responsabilità sono le tre parole chiave per i genitori. I bambini ci scelgono come Guida e questo ha un suo peso e valore, non possiamo negarlo. Se l adulto si impegna in questo il bambino ne trae il massimo beneficio su più fronti e così tutto prende una buona strada. Il cammino si fa insieme adulto e bambino insieme, ma senza dimenticare che un Io maturo fa parte dell adulto a prescindere. Grazie
    Ps:posso condividere con i genitori dei bambini del mio asilo?

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