Illustrazione: Cecilia Castelli

I bambini son medicine che la vita offre a noi adulti per curare ferite che non ricordavamo di avere.

Credo sia questo il senso dell’evoluzione della specie.

La generazione che arriva, con la sua vita piena e dirompente, con il suo attaccamento all’esistenza, con la sua pura volontà di esserci, costringe la precedente ad evolversi.
Solo evolvendosi questa, potrà mettere a disposizione della successiva tutti gli strumenti di cui necessita per esprimersi e manifestarsi in pienezza e armonia.
L’evoluzione procede come un passo di danza: avanti, indietro, piroetta liberatoria e avanti.
Ma senza piroetta, perdendo la possibilità di evolversi tramite il bambino nascente, rallentiamo noi, lui e la specie tutta.

Ogni bambino che nasce è perfetto, è la vita che ci offre una nuova opportunità, ci ricorda che la pienezza si nasconde dove ci sembra che ci sia ancora tutto da costruire e riempire.
I bambini ci parlano dei nostri limiti, ci parlano dei nostri dolori, dei nostri movimenti interrotti, dei desideri infranti.

Di tutto questo ci parlano mentre portano amore, gioia, entusiasmo e fiducia.
Ma non vedete quanta divinità e saggezza risiede in loro?
Non basta amarli i bambini, bisogna vederli, in profondità, in verità.
Per vederli e evolvere devi lasciarli entrare dentro di te e affrontare la tua storia.

Quando eri bambino per ogni piccola ferita che ti è stata inflitta si è acceso un rogo in una stanza del tuo mondo interiore.
Hai lanciato allarmi di certo lo hai fatto. 
Ogni bambino lo fa, con parole, gesti, sguardi e richieste, ma se i pompieri non sono arrivati l’unica soluzione che come bambino potevi avere era evacuare la zona e chiuderla con porte blindate, tagliafuoco, pesanti e impenetrabili.

Porte chiuse, territori dimezzati, possibilità ridotte, labirinti sempre più stretti.

Ogni nostro limite nasce con lo scopo di tenerci in vita se non ce ne accorgiamo diventiamo noi il peggior limite di noi stessi, pensando che quel che siamo stati fino a quel momento è tutto ciò che possiamo esser, dimenticandoci di quante stanze dobbiamo ancora aprire.I bambini sono invece come la moglie di Barbablù, aprono tutte le porte che trovano, in particolare quelle interdette al loro passaggio, loro, nella saggezza lucente, sanno che dove ci sono i segreti bisogna portar luce.

A chi riesce a guardarli i bambini si bucano le pupille.
Sfondano muri, con estintori corrono e sanno sempre dove andare, anche senza mappe e navigatori.
Chi la vita la sente lavora sempre per la vita.
Sono medici di frontiera i bambini, e medicine.
Guarirai, ma devi iniziare a ricordare, ad avvicinare la mano alla porta che scotta.
Quello che sentirai non sarà dolore.
Sembrerà dolore ma è il morso della memoria, di un potentissimo ricordo dal passato. 
Non aggredire il salvatore, fermati.

Guarda.

Ricorda.

Apri.

Ricorda e ringrazia quel piccolo e incredibile eroe, corso dall’eternità in tuo soccorso.
Avevi chiamato aiuto e dall’universo è arrivato, è piccolo ma lo contiene tutto, il cosmo e la sua cura.


4 thoughts

  1. Oggi se dovessi chiedere a me stessa, il perché ho messo al mondo un bambino, la risposta va ricercata nelle tue illuminanti parole….grazie a lui sto curando la piccola creatura che ero e che ho nascosto nel profondo della mia anima😔. Grazie Emily tutto è partito da te❤️

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