illustrazione: Jemma Rose Baldwin
Il freddo, il colera e la notte,
poi il lupo e il dolore ai denti,
i ladri, la guerra e le alluvioni.
Pericoli incombenti e minacce ad ogni angolo, i nostri figli sono costantemente minacciati da eventi imprevedibili, accidenti e meteoriti alla ricerca di piste di atterraggio.
Ma il primo, vero, realistico e profondo pericolo che vivono i bambini siamo noi.
Noi adulti, le vere minacce da cui dovremmo proteggere i bambini.
Noi che li mettiamo al mondo per poi urlargli addosso che non ne possiamo più di loro.
Noi che li strappiamo dalla quiete della non esistenza per catapultarli dentro un mondo di richieste, aspettativi e giudizi.
Noi, che prendiamo la loro innocenza e ci facciamo aeroplanini di carta che lanciamo dentro vulcani colmi di lava bollente.
Dovremmo proteggerli da noi adulti, che diciamo di amarli ma poi li picchiamo con la scusa immorale dell’educazione.
Da tutti noi adulti feriti, insaziabili nei nostri dolori, dovremmo proteggerli.
Dalle nostre storie che non affrontiamo, dalle nostre lacerazioni urlanti, dalle nostre bocche che sputano menzogne e sentenze, dalla nostra ottusità emotiva, dalle nostre strategie di sopravvivenza che ci hanno detto di non vedere, non ricordare, non sentire.
I bambini corrono più rischi dentro una casa che fuori da essa.
Sono dura? Forse.
Sono forse spietata nel battere la lingua là dove il dente duole? Sì, ma se c’è in ballo la sofferenza di anche solo un bambino non posso tacere.
Non più, nessuno di noi.
Invoco aiuti umanitari dentro le mura domestiche, sostegno e protezione internazionale e intergalattica per tutti i bambini che in questo momento soffrono silenti dentro famiglie vetrina patinate create da adulti annegati nel bisogno di apparire perfetti per poter essere amati finalmente e forse infine.
Non li abbiamo ancora capiti, non li abbiamo ancora salvati, non li abbiamo ancora protetti.
Per questo siamo tutti colpevoli, insieme ed ora, collusi.
Complici nel silenzio di fronte un abuso di potere.
Colpevoli nell’inazione di fronte ad un’insegnante che umilia un bambino.
Mancanti nell’omissione di soccorso.
Tutti dovremmo esserne chiamati a rispondere, a testimoniare di fronte ad un giudice onesto e corretto, saggio e pulito, integro e misericordioso.
Che ci possano scusare le generazioni intere di bambini afflitti, addolorati e maltrattati.
Il mio è un appello accorato a non tacere, a non peccare di ipocrisia, a non cadere nel terrore della morte di fronte al potere di un adulto che intimorisce, che gonfia il petto e lacera il cuore di un bambino.
Da noi vi dobbiamo proteggere.
Ora e senza mai smettere.
Si, meraviglioso, però Stato e Chiesa continuano a gridare “fatefiglifatefiglifatefigli!!” senza aggiungere “SE SIETE CRESCIUTI, E CRESCIUTI NELL’ AMORE”. E le nonne pure ci si mettono, “vorrei tanto un nipotino..”