Illustrazione: fitacola

Jenny è un’educatrice, lavora in un nido.
Jenny ha iniziato a lavorare da pochi mesi e si sente l’ultima ruota del carro.

Non è prevista formazione nel luogo in cui lavora, o meglio, è dichiarata nel sito della cooperativa ma nulla viene fatto.
Jenny ha deciso di farne uno di sua iniziativa, perchè sente di voler arricchire i suoi strumenti e di doverlo ai bambini.

La incontro al corso, parliamo della responsabilità del nostro lavoro con i bambini, dell’importanza della verità, della fatica del dover intervenire e denunciare azioni scorrette verso i bambini messe in campo da colleghe.

Ne parliamo per due giorni interi, di questo e delle conseguenze di un’educazione coercitiva e punitiva, del rispetto dei bambini, dei loro bisogni e diritti e dei nostri rispettivi doveri.
Ci lasciamo con un compito da portare a termine nelle 3 settimane che ci separano dal successivo incontro: proteggere almeno un bambino durante questo periodo.
Nel nido in cui lavora Jenny assiste a educatrici e ausiliarie che a bambini di varie età (da pochi mesi fino a 3 anni) alzano la voce, si lanciano in giudizi (ti sei comportato male, noi sei bravo), fanno classifiche dei bambini preferiti davanti a loro, si lamentano se piangono e li lasciano fare che “tanto pure la madre lo sa che frigna”.

Una maestra mette una felpa al contrario ad un bambino, così se piange gli tira su il cappuccio fino a coprirgli la faccia, “ma si fa per ridere, era uno scherzo”.

Jenny decide di denunciare quel che vede, va dalla pedagogista della struttura e chiede sostegno, questa dice che ormai siamo arrivati alla fine dell’anno e non è il caso di tirare fuori questa cosa per non creare difficoltà a nessuno, le dice di parlarne se vuole solo con la sua collega.
Segue il consiglio e ne parla con la collega, che poi chiama l’ausiliaria e insieme decidono di convocare tutte le educatrici.
Adesso Jenny è da sola nel tentativo di difendere i bambini da quelli che lei ha percepito come abusi di potere e atti di umiliazione.

Viene circondata e aggredita emotivamente, le vien detto che in 20 anni nessuno si è mai permesso di dire una cosa simile, che lei è l’ultima arrivata e manda tutto il lavoro allo sbaraglio, che i bambini fanno i capricci e che sarà mai se uno fa uno scherzo a un bambino.

Lastricata a terra è, investita dall’omissione, dalla negazione e dalla mancanza di consapevolezza verso le ferite emotive che possono aver inflitto ai bambini del nido.
Le compagne del corso la sostengono, vengono fuori altri racconti di chi ha vissuto esperienze simili e nella condivisione esplodono mille emozioni.

L’angoscia verso quel che i bambini hanno vissuto, la rabbia verso chi ha commesso, lo sgomento verso il modus operandi di alcune strutture educative e la voglia, infinita voglia di alzarsi in piedi e tendere mani.
A tutte le Jenny in ascolto, a quelle presenti e a quelle che verranno, parlate parlate parlate.
Non accettate l’abuso di potere sui bambini, non macchiatevi del silenzio, non portatevi dietro il peso dell’omertà, non scrivete solo sui post che i bambini sono al centro, denunciate quel che vedete, mettetevi nei panni di quel bambino che ha bisogno di protezione, chi vede deve proteggere, chi sa deve parlare, sempre.
La più grande qualità di un’insegnante è il coraggio e se si mette in ascolto i bambini ce lo insegnano ogni giorno con solerzia e costanza.
Chi denuncia la violenza sui minori non viene amato, non viene tenuto in considerazione, sappiatelo Jenny in ascolto, verrete attaccate e vi verrà chiesto di stare zitte.
Potreste sentirvi sole, ma nessuno è mai solo quando si schiera dalla parte dei bambini, quando sfida i venti dell’aggressione, ci sarà sempre qualcuno a sostenervi e darvi forza.
Non fatevi rendere insicure da chi vi azzanna perchè offeso e colto in fallo, lasciate a loro il dolore della menzogna e a voi, care Jenny, vi invito a prendere tutta la leggerezza, la bellezza, la profonda guarigione interiore che solo chi sfida il timore di perdere l’amore dicendo la verità è in grado di provare.
Secoli di bambini inascoltati sono con voi e voi parlando, li liberate tutti in un sol colpo.

Verità libera tutti.

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