Illustrazione: https://inkflowergarden.tumblr.com/
La delusione è una grandissima palestra per la nostra anima.
I meno ottusi si accorgono nella delusione che quel sentimento deriva molto più da loro stessi che dai presunti protagonisti della delusione.
A volte non si tratta solo di ottusità, ma anche di orgoglio, paura del giudizio (si sa che ciascuno è il peggior giudice di se stesso) e a tratti di mancanza di strumenti emotivi.
La delusione scatta quando qualcuno non attende le nostre aspettative, “ti pensavo diverso”, “da te non me lo sarei aspettato” e cose simili.
Nella delusione ci accorgiamo, solo se lo vogliamo, che forse abbiamo chiesto all’altro qualcosa che pretendevamo da noi stessi e non riuscendo a darcelo lo abbiamo preteso da terzi.
Amore, sincerità, riconoscimento, responsabilità.
Ho visto molto bugiardi dichiararsi delusi della supposta mancanza di chiarezza altrui.
Ho visto molte persone insicure inferocite con chi non aveva riconosciuto il loro valore.
Ho visto molti avidi di cuore sbraitare a chi ha sentito di non amarli più.
Ma se per un attimo i delusi placassero i loro animi, si accorgerebbero che forse in quella relazione avevano appoggiato qualcosa di loro, che forse quella delusione è da offrire e consumarsi ad un pasto con se stessi.
“Non sono stato in grado di amarmi e allora l’ho chiesto a te.”
“Non sono in grado di riconoscere il mio valore e allora pretendo che sia tu a darmene contezza.”
“Non riesco a raggiungere i miei obiettivi allora ho avuto bisogno di pensare che fossi tu a bloccarmi.”
Quanta crescita nella delusione e quanta gratitudine dovremmo provare verso chi ce la fa vivere e ci aiuta a recuperare porzioni del nostro essere e della nostra responsabilità che avevamo lasciato qua a e là.
Questa riflessione è una lama. Grazie.