Illustrazione: https://www.instagram.com/cloudy_thurstag/
La scuola è un organismo composto da bambini, genitori e insegnanti.
Potremmo aggiungere che la scuola è uno degli organismi sociali e relazionali più complessi che esista, dove ciascuno mette in gioco ciò che di più prezioso ha.
I genitori mettono in gioco i bambini, la loro più grande gioia e dono.
I bambini mettono in gioco la loro vita, il loro futuro, la loro crescita.
Gli insegnanti mettono in gioco la loro professionalità, umanità, moralità e dignità personale.
E sono proprio questi ultimi ad avere la maggiore responsabilità nel funzionamento di una scuola.
Ogni insegnante, quotidianamente ha il dovere di vedere e riconoscere ogni bambino, rispettare la sua persona e il suo sistema familiare di riferimento.
Ogni insegnante, quotidianamente, deve riuscire a mettere da parte i propri problemi personali ed occuparsi dei bambini.
Ogni insegnante, quotidianamente, deve riuscire a discernere tra la storia dei bambini e le proprie risonanze emotive.
Ogni insegnante, quotidianamente, è sottoposto a costanti sollecitazioni di stress emotivo ai quali deve reagire immediatamente con calma, lucidità e saggezza.
Ad ogni insegnante, quotidianamente, è richiesto di essere impeccabile e qualora non avvenga, ogni singolo merito viene detratto per un conto finale che rischia il bollino rosso.
Ma più importante di tutti, ogni insegnante, ogni giorno, ha il diritto di essere umano.
E come essere umano, può capitare di cadere, inciampare, sentirsi scoraggiato, affranto o avere difficoltà con qualche bambino o situazione familiare.
E allora che fare? Spesso si sente parlare di burn out, di abusi psicologici e nel peggiore dei casi fisici. Si parla di supporto psichico alle insegnanti, telecamere e supervisioni.
Si parla, spesso troppo, rispetto alle reali misure di azione e gestione della situazione.
Oggi voglio portarvi una testimonianza, il racconto di quello che succede ad un insegnante a Serendipità, una scuola-comunità dinamica.
A Serendipità, sono state messe in atto delle misure per sostenere le insegnanti a mantenere un benessere interiore che consenta di svolgere al meglio il proprio lavoro.
- colloquio gratuito individuale ogni due settimane con il professionista di riferimento del progetto. Il lavoro che viene fatto verte sul rapporto con i colleghi, rapporto con i bambini ed eventuali risonanze con questi, lavoro sulla propria infanzia e relazione con i propri genitori.
- supervisione di équipe mensile. Ogni mese i maestri trascorrono 3 ore assieme al termine delle attività e supportati dal professionista di cui sopra, mettono in scena attraverso le pratiche tipiche delle teorie sistemiche di Hellinger le dinamiche relazionali che meritano un maggiore approfondimento.
- équipe quotidiana. Al termine delle attività, ogni giorno, gli insegnanti rimangono altre 2 ore a Serendipità e si confrontano su ogni singolo bambino annotando progressi, eventi particolari e confrontandosi sul suo stato di benessere. Lavorano sulla documentazione che è dettagliata e quasi maniacale. Si confrontano sulle dinamiche relazionali degli adulti della giornata. Avete presente quei non detti che poi si accumulano? Ecco, da noi il sacco si svuota ogni giorno.
- formazione obbligatoria ma gratuita. Ogni mese, un fine settimana viene dedicato alla formazione di gruppo, fa parte del percorso professionale che si accetta entrando nel progetto e viene offerta dall’associazione.
Con queste misure, siamo riusciti a creare un’équipe compatta, unita e sorridente. Riusciamo a sostenere gli insegnanti nel loro compito, per nulla facile, di gestione emotiva e relazionale.
Abbiamo notato che non solo è migliorata la qualità del benessere professionale, ma anche di quello personale e familiare di ciascun maestro.
Crediamo profondamente che l’insegnamento sia un prezioso lavoro di sostegno verso l’umanità, ma crediamo anche che valga la regola che non si può aiutare nessuno, se prima non si aiuta se stessi, altrimenti il rischio è quello di spostare le proprie problematiche sugli altri, farsi carico di disagi altrui per non vedere i propri, creare dinamiche di dipendenza poco sane che esulano dal rapporto professionale e umano genitori-insegnanti.
Nella nostra visione, la scuola è uno dei pilastri principali per edificare una società di pace e tolleranza, ma per poter sostenere tale compito, le insegnanti necessitano di strumenti, accoglienza, premure e riconoscimento.
Noi ci crediamo profondamente e rimaniamo a disposizione di chiunque per raccontare la nostra esperienza e sostenere chi ne ha bisogno.
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Grazie Emily per questo articolo, magari avessi avuto questo genere di supporto! Sono con te nel soatenere che gli insegnanti felici sono gli unici a poter agire positivamente sul bambino.
Mi sembra un’occasione per gli insegnanti e per i bambini ottima e rara. Non ho capito bene chi siete e in che relazione state con la scuola.
Giordana milani
Condivido in parte, mi piacerebbe una tua riflessione sulla relazione tra insegnanti e soprattutto sulla condivisione di intenti