Ora, sto parlando a tutti i bambini, presenti e passati.

Voi siete tutti bambini e io sono una bambina, siamo tutti bambini e i bambini conoscono la verità.

Che la storia abbia inizio…

A 19 anni sono rimasta incinta, ero spaventata e sono fuggita di casa. Ho vissuto esperienze durissime, ho affrontato la solitudine e scoperto me stessa. Tutto quello che ho vissuto ha cambiato il peso degli eventi, quello che prima mi spaventava a confronto di quello che avevo vissuto sembrava insignificante. Con il bambino che cresceva dentro di me, cresceva il desiderio di lavorare dalla parte dei bambini. Ho capito che se ero sopravvissuta a tutto questo, nulla poteva più spaventarmi. In me prese forza l’idea di aprire una scuola diversa da quella che avevo conosciuto, avevo scoperto di avere la forza di inseguire il mio sogno. E così, l’ho aperta. Era una piccola scuola, in una piccola casa, in un piccolo parco, tutti avevano in comune l’aggettivo piccolo e splendido.

Ho iniziato a fare la maestra mentre studiavo e mentre crescevo mio figlio. Avevo solo due armi in quel momento, il buonsenso e l’osservazione. Per un po’ hanno funzionato, ma se vuoi essere onesto con te stesso, come maestro ti rendi conto che non possono bastare. Mi sono specializzata nel metodo Montessori, mi sono laureata in scienze della formazione primaria, pedagogia, ho iniziato a collaborare all’università come cultrice della materia in pedagogia generale e mi sono iscritta a psicologia. Prendere lauree non è il mio sport, ma credo che per portare innovazione occorra partire da ciò che esiste, che è stato, che è, prenderne il meglio, l’ispirazione e guardare il presente per andare avanti.

Così è nata Lilliput, una sperimentazione educativa che non crede di possedere verità, ma che ricerca onestà umana, intellettuale e relazionale partendo dal circostante.

Ciò che ho visto attorno a me è stato un mondo di adulti con bambini in difficoltà. Le mamme dopo aver partorito spesso vengono lasciate sole a se stesse, con i mariti che tornano a lavorare, con i bambini da curare, con loro stesse da non smarrire. I genitori con bambini piccoli non hanno guide forti, quando hanno paura si rivolgono ad internet o ai pediatri, in molti rifuggono l’educazione ricevuta ma non sanno bene dove andare.

Partendo dal paradigma della società liquida di Bauman, ho immaginato quello che vedevo come un vassoio con dell’acqua che veniva spostata in continuazione da destra verso sinistra. La scuola è per me il luogo in cui, attraverso l’educazione, si cercano risposte alle problematiche sociali attuali. In quel mare ho visto la scuola come un’isola e i maestri come dei bagnini che lanciano salvagenti e aiutano a non annegare.

Per ogni epoca storia la scuola ha avuto il suo ruolo.

Quando è nata lo scopo era fare gli italiani e l’esercito. Insegnavano a leggere, a scrivere, ma anche che se morivi in guerra per difendere la patria ti proclamavano eroe.

Poi è diventata un ascensore sociale, attraverso l’istruzione potevi modificare la tua posizione sociale, era la possibilità di riscatto ed emancipazione sociale.

Poi serviva ad entrare nella società e nel suo sistema economico fatto di certezze, criteri solidi e chiari.

Ed ora? Qual è il ruolo della scuola?

Questa è la domanda da cui sono partita, e la risposta che mi sono data è che oggi, nel 2018 lo scopo della scuola è quello di passare sì istruzione perchè la frase di Don Milani “ogni bambino che esce dalla scuola senza istruzione” è sempre valida, ma soprattutto la scuola ha lo scopo di sostenere la famiglia, di tutelare e proteggere il delicato processo di costruzione dell’individuo che avviene durante l’infanzia e l’adolescenza, fornire gli strumenti per costruire una propria resilienza personale per gestire le avversità della vita, facilitare la costruzione di un’alfabetizzazione emotiva e stabilità psichica.

La scuola si chiama Serendipità, ed è una scuola-comunità dinamica.

Scuola è per ricordare agli adulti che hanno un compito educativo e culturale. Non serve inventare fantomatici nuovi nomi, scuola va benissimo, è perfetto così.

Comunità è per ricordare a tutti noi, bambini compresi ovviamente, che siamo all’interno di comunità sempre, e una comunità ha bisogno del contributo di tutti e le azioni di ciascuno hanno sempre un peso sugli altri, nel bene e nel male. Nell’analisi di una società che premia sempre più coloro che diventano imprenditori di se stessi, anche calpestando gli altri, abbiamo voluto riprendere dalla natura il senso ecologico, l’idea di una vita connessa con le altre.

Dinamica è volutamente una parola che sfugge ai rinomati metodi pedagogici, l’abbiamo scelta di dichiarare la nostra indipendenza di pensiero da dogmi fissi. La nostra fluidità nell’adattarci alle nuove istanze che i bambini ci mostrano. L’unica fedeltà l’abbiamo giurata ai bambini.

Le principali caratteristiche della scuola riguardano la modalità di selezione degli insegnanti e formazione interna, il patto di co-responsabilità con le famiglie, le metodologie didattiche e gestionali.

Partiamo dagli insegnanti. Non crediamo che l’università sia garanzia di professionalità, matematica certezza che chi possiede una laurea sarà un ottimo insegnante professionista. Questo perché secondo noi, un maestro efficace è colui che tiene assieme 4 elementi chiave:

  1. qualità umane e morali
  2. crescita e lavoro sulla propria storia personale passione
  3. vocazione
  4. studio e formazione costante

Così accade che da noi i maestri hanno una formazione interna intensiva, ogni giorno lavorano 2 ore assieme dopo che i bambini se ne sono andati per scrivere osservazioni, analizzare dinamiche avvenute durante la giornata, condividere risonanze.

Ogni mese i maestri fanno sessioni intensive di costellazioni familiari individuali e di gruppo per analizzare in maniera approfondita blocchi e schemi personali non risolti che rischiano di ostacolare il sostegno che un maestro dovrebbe fornire ad ogni bambino, sganciato dalle proprie storie familiari e dai propri giochi psicologici.

Poi ci sono le famiglie. Con loro non erigiamo muri. Chiariamo ruoli, diritti e doveri, ma sopratutto riconosciamo e rispettiamo il ruolo di genitori del bambino. Qualunque sia la famiglia in cui un bambino capita, è la sua famiglia e non è concesso a nessuno il diritto di giudicare. Fornire strumenti sì, giudicare no. E uno degli strumenti che offriamo è quello del percorso per la scelta. Come si diceva prima, molti sanno cosa non vogliono, ma non sanno esattamente cosa vorrebbero. Per questo abbiamo strutturato un percorso di 3 mesi, che permetta ai genitori di acquisire consapevolezza circa la nostra realtà, i motivi per cui vorrebbero entrare, l’educazione ricevuta, le aspettative e le paure riguardo i propri figli. Una delle più grandi libertà che possiamo donare ai nostri figli, è quella di alleggerirli da inutili e vecchi pesi familiari E così con le famiglie ci incontriamo, parliamo, leggiamo, ci lasciamo con riflessioni. Un percorso gratuito e non vincolante.

Prima di vedere i bambini che abbiamo davanti dobbiamo avere il coraggio di vedere il bambino che siamo stati e iniziare a prendercene cura senza più attendere che qualcuno lo faccia.

Quando poi le famiglie sono dentro, ci incontriamo una volta al mese. Mensili sono anche i rescoconti dell’andamento dei bambini, emotivo, sociale e didattico. Crediamo che la cooperazione tra scuola e famiglia sia una delle principali chiavi per la costruzione di un ambiente che permetta al bambino di manifestare la sua natura ed esprimerla al massimo.

Infine, ma non per importanza, arrivano i bambini e la scuola.

Ma prima di arrivare a loro devo dirvi quelli che sono gli assiomi in cui crediamo. Punti cardine che sostengono la nostra esperienza:

1. non possiamo chiedere a nessun bambino ciò che noi non siamo in grado di fare;

2. i bambini sono portatori di messaggi. Un disagio di un bambino è un messaggio che ci consegna e noi dobbiamo rivestire il ruolo di testimoni consapevoli, accoglierlo e trasformarlo in azione. Per questo motivo crediamo che tutti i bambini siano sani, ma che a volte vivendo in ambienti emotivamente, fisicamente e relazionalmente non armonici sviluppino delle disfunzioni recuperabili se ascoltate;

3. gerarchicamente viene prima il singolo adulto, poi la coppia, poi il bambino. Se un bambino manifesta un disagio noi risaliamo questa cascata per vedere dove il disagio nasce.

4. non potete chiederci di risolvere problemi che non siete riusciti a risolvere come famiglia, noi non potremo farlo al vostro posto. L’unica via per la risoluzione è quella del dialogo, ascolto reciproco e collaborazione;

5. se la famiglia perde fiducia nel progetto il bambino vivrà uno scollamento totale tra casa e scuola e si sentirà tradito dai suoi genitori. In questo caso attiveremo un percorso di dialogo con la famiglia, se l’esito non sarà positivo consiglieremo alla famiglia di lasciare il progetto venendo meno il principio della co-responsabilità.

Ed ora arriviamo a loro, ai bambini. La nostra pedagogia trae origini in molti approccio e modalità, soprattutto nella pedagogia attiva. Sposiamo la teoria evolutiva teorizzata dalla Montessori con i piani di sviluppo.

Nei primi 6 anni il tema è AIUTAMI A FARE DA ME e il nostro lavoro è principalmente concentrato : sulla costruzione dell’autonomia e dell’indipendenza nei bisogno primari; sulla costruzione di un’alfabetizzazione emotiva ed un vocabolario sentimentale; sull’esposizione ad un mondo reale, vero, con cicli e significati. Tutti i bambini sanno usare un coltello in cucina senza tagliarsi una falange, sanno correre sulle zolle, gestire un conflitto esprimendo le proprie emozioni, spogliarsi e vestirsi, sanno che esiste la vita ma anche la morte, che adulti e bambini hanno pari dignità e diritto al rispetto e che i grandi non sono da temere, perchè non puniscono, non umiliano, non maltrattano, ma ascoltano, parlano e si abbassano tutte le volte che servono.

Da 6 a 12 anni il tema è AIUTAMI A PENSARE DA ME e qui, l’autonomia non si esprime più nei termini di indipendenza funzionale e strumentale, ma culturale e sociale. Alle elementari e alle medie i bambini:

– hanno una moneta della nostra libera repubblica dell’infanzia e gestiscono un negozio interno dove possono trovare tutto ciò che ad un bambini serve a scuola (quaderni, matite, corda per saltare, bottoni e rompicapi);

– possono licenziare un maestro, se portano sufficienti prove del perché non è un buon esempio per loro;

– gestiscono un’agenzia di viaggi che organizza gite e viaggi d’avventura;

– scelgono a quali lezioni partecipare e hanno solo 3 ore di lezione al giorno;

– possono affittare alcuni spazi della scuola con regolare contratto di locazione e graduatoria mensile;

– cucinano e puliscono la scuola perché di bidelli non ce n’è l’ombra;

– conoscono le intelligenze multiple perché chi vogliamo che tutti i bambini sappiano che intelligente non significa essere bravo a studiare o a fare la matematica. Intelligente è chi canta, chi ha la musica nel sangue, chi corre ed ama muoversi, intelligente è chi riconosce gli insetti, intelligente è chi si chiede da dove veniamo e dove andremo?, intelligente è chi costruisce aeroplani biturbo nascosto in una tana per saltare una lezione; intelligente è chi ama se stesso.

Da 12 a 18 anni il tema è AIUTAMI A FARE PER TE e qui il progetto è in costruzione, speriamo che a breve sarà pubblico, per il momento ve lo racconto, voi immaginatelo reale. Per questa fascia la scuola sarà un residenziale, dove chi vuole potrà fermarsi a vivere dal lunedì al venerdì. “Questa scuola non è un albergo, o forse sì..?!” La scuola sarà gratuita, nessun genitore dovrà pagare perchè i ragazzi collaborando alle attività pagheranno da soli la loro retta. Ci sarà un piccolo albergo gestito dai bambini, un ristorante che funziona nei weekend, un’azienda agricola, un laboratorio digitale, una falegnameria, una sartoria un’erboristeria, un negozio dove tutti i prodotti vengono venduti. I bambini acquisiranno dei mestieri e scopriranno il valore del loro tempo, il valore della loro esistenza, il valore del presente con le sue priorità. Sarà possibile mettere in scena i propri disagi esistenziali con tecniche psicoterapiche. Ci sarà una casa editrice per condividere la piccola rivoluzione che sta avvenendo. Sarà una scuola bilingue perchè come adulti sappiamo che non esiste libertà più grande della comunicazione, del linguaggio, della possibilità di viaggiare, conoscere e confrontarsi.

Nelle nostre scuole, presenti e passate, gli occhi ci brillano d’immenso, perchè quella che era una piccola idea è diventata una grande realtà e forse un atto rivoluzionario.

Gli anni più importanti per la struttura di un individuo sono quelli dell’infanzia.

Chi si perde l’infanzia la ricerca per il resto della vita.

Da noi, cerchiamo di proteggere la magia dell’infanzia e i delicati processi che regolano il diventare adulti.

La vita non è una guerra, la vita è ciò che ciascuno costruisce. La conoscenza va amata non studiata a memoria annoiandosi.

La propria identità va difesa, non messa da parte. La propria esistenza va sognata, solo così si costruisce.

Se rimarrete autentici, i vostri sogni prenderanno una velocità pazzesca ed in men che non si dica vi sembrerà di essere dentro un carrello da minatore che va a tutta velocità.

I cambiamenti e le rivoluzioni iniziano sempre da piccole cose, da piccole mosse, da qualcuno che fa un passo.

Ogni viaggio inizia con un passo e può durare un’esistenza intera. Scommetto che durante il mio racconto, avrete pensato alla vostra esperienza di bambini, alla vostra di genitori e a quella professionale se siete insegnanti. Credo che vi sarete sentiti toccati in alcuni passaggi. Il mio scopo non era quello di farvi innamorare del progetto, di creare un senso di divisione. Il mio è un gentile invito a prendere esempio dalle api, da una comunità della cooperazione. Il mio è un timido invito all’unione, a fare un passo assieme. E’ da questo senso di appartenenza che dobbiamo partire, perchè è insieme che i cambiamenti e i sogni prendono forma. Quando capiremo che quando parliamo della società è la società che parla di se stessa che allora potremo cambiarla davvero.

Per sostenere il nostro progetto, che è di tutti, anche vostro, qui trovate tutte le informazioni: https://associazionelilliput.com/sostienici/

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3 thoughts

  1. i tuoi articoli mi fanno sognare e credere che anche i miei sogni possono realizzarsi… come hai impostato la scuola è esattamente come sto sognsndo da tempo… spero di riuscire a creare una realtà simile anche dalle ns parti (provincia di Trieste 😉)… lo scrivo se magari c’è qualcuno in zona interessato 🤗 intanto continuo a seguirti e a sostenervi… l’unione fa la forza…

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