Durante la crescita dei bambini, possono insediarsi dei bug comportamentali o valoriali che alterano la percezione di sè e del mondo circostante.

Non si contraggono mangiando senza essersi prima lavati le mani, stando vicino a qualcuno che starnutisce o mangiando la pizza caduta a terra. No, perlopiù sono gli adulti a trasmetterli.

Lo fanno senza volerlo a volte, altre sfruttando i vantaggi iniziali che possono offrire.

Uno di questi bug è quello della competizione.

Innocenti frasi come: “vediamo chi si mette per primo il pigiama!”, oppure: “Chissà chi finirà per primo tutta la verza!”, incentivano un comportamento in cui il fine è sempre in relazione con quello degli altri, spingono l’individuo verso un atteggiamento di comparazione costante con le prestazioni e i risultati del mondo esterno.

Questo bug può generare: ansia, senso di incapacità, ostilità verso gli altri ma soprattutto verso i loro successi e conquiste, costante tensione e paura del giudizio altrui, sensazione di non essere mai abbastanza.

Uno degli strumenti per eccellenza che guidano questo meccanismo, sono i voti scolastici. Costante strumento di comparazione e competizione, sono assolutamente inefficaci nella restituzione di un’immagine completa e sincera di quello che il bambino ha fatto e quindi è. Il bambino che cresce con i voti impara a misurare se stesso con gli altri, a valutare il proprio voto in relazione a quelli altrui, a percepire ingiustizia e lontananza dalla visione che ha di se stesso. Lotta come può per evitare che il bug si annidi, poi lentamente se ne dimentica, non se ne accorge più e quello è il segnale della disfatta.

Nelle scuole, nelle case, nei boschi e nelle piazze, dovremmo, noi adulti, sostenere i bambini verso l’acquisizione di un altro meccanismo, quello dell’ambizione personale, una sorta di sana e costruttiva competizione con se stessi.

L’ambizione spinge innanzitutto l’individuo a scegliersi da solo i propri obiettivi, quindi ad entrare in contatto profondo con i proprio desideri, sogni, talenti e speranze. Questo attiva creatività, energia, volontà ed azione, ed allontana invidia, autocommiserazione e disprezzo.

L’ambizione spinge l’individuo a migliorarsi sempre, per se stesso, non per ricevere lodi, voti, applausi, riconoscimenti, ma per il puro piacere che si sprigiona nel momento in cui si è se stessi e si ottiene ciò che si desiderava.

L’ambizione è un naturale meccanismo evolutivo, lo stesso che spinge i bambini ad alzarsi in piedi e camminare nonostante le centinaia di cadute che si inseriscono tra la nascita del desiderio e il successo finale, è lo stesso che li spinge a parlare, a emettere suoni goffi e buffi fino alla pronuncia di una parola.

E’ lo stesso per tutti i bambini, in tutto il mondo, è lo stesso per tutti, finchè non entra il bug.

Ma essendo sociale, e non evolutivo, acquisito e non naturale, è possibile mettere in campo piccole accortezze per evitare che si insinui strisciando.

Alcuni consigli:

  1. non sfruttate la competizione per spingere velocemente il bambino a mettere in atto il comportamento che desiderate. Lavorate piuttosto sulla comprensione dei bisogni reciproci e l’ascolto profondo. Se volete uscire di casa rapidamente perchè siete in ritardo, anzichè dire “vediamo chi si mette le scarpe per primo!!”, provate a dire “tesoro, sono davvero in ritardo ed ho bisogno che velocizziamo la preparazione. Capisco che avresti bisogno di più tempo e mi dispiace doverti metterti fretta. Pensi che può aiutarmi?”. I bambini sono molto ragionevoli, e una volta esposto il vostro bisogno e mostrato come anche il suo era stato compreso, è molto probabile che il bambino senza batter ciglio si prepari in un lampo. Ovviamente ringraziate sempre per la disponibilità mostrata.
  2. sarebbe bello che i vostri figli andassero in una scuola che abbia abolito i voti, ma se così non fosse non chiedete mai i risultati dei compagni di classe. Se vostro figlio prende un 7, riflettete sul senso che ha per lui, se reputa che sia un voto adeguato al proprio impegno, innescate un processo di autovalutazione e metacognizione e lasciate da parte i voti degli altri bambini.
  3. regola d’oro: non parlate mai negativamente di qualsiasi persona di fronte ai bambini, non lasciatevi sfuggire commenti nefasti. Anche questo crea senso di giudizio e competizione.
  4. siate prima di tutto un esempio. Valutate onestamente quanto questo meccanismo sia forte in voi, quanto la vostra vita sia guidata da ciò che desiderate, o da ciò che desiderate degli altri. E’ una distinzione sottile ma è cruciale. Desidero qualcosa perchè l’ho visto in tizio e mi sembra una cosa buona o perchè ho valutato che è proprio ciò di cui ho bisogno?
  5. fatevi una lista dei vostri obiettivi, iniziate oggi, che è il primo giorno dell’anno ad essere sinceri con voi stessi e ad osare e ricordate, che bisogna stare attenti a ciò che si desidera, che potrebbe realizzarsi…

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