L’educazione è uno dei campi in cui a tutti piace esser esperti, in cui l’improvvisazione, i pregiudizi e le frasi fatte crescono panciute e indisturbate.
Ciascuno di noi ha una propria idea della scuola di oggi, dei problemi dei bambini e di come li si debbano educare per migliorare la società.
Ciascuna di queste convinzioni può affondare le radici nella propria esperienza personale, nelle rappresentazioni sociali collettive, nelle resistenze culturali, oppure avere un fondamento pedagogico, per il quale potrebbero esser necessari anni di studio, esperienza ed una buona dose di umiltà e apertura verso nuove scoperte e cambi di rotta.
Sarebbe bello pensare che a ciascuna persona venga riconosciuta la sua professionalità.
Al dottore la medicina, al cuoco l’alimentazione , al ceramista la materia e al maestro l’educazione.
Sarebbe bello pensare che ogni maestro abbia una professionalità forte, eretta su studi profondi e comparati, su azioni e riflessioni, su traiettorie e etiche personali.
Sarebbe bello infine che ciascun genitore nel momento dell’iscrizione dei figli venisse ben informato su che scelta sta facendo, e non che prodotto sta comprando.
Non sono qui per convincervi a scegliere una scuola piuttosto che un’altra, a spingervi a credere che un approccio sia meglio di un altro, ma ad aiutarvi a capire quali aspetti tenere in considerazione per la scelta, quali domande porsi e porre, quali elementi non sottovalutare.
Sono qui per aiutare i genitori che stanno decidendo che scuola scegliere ad avere maggiori strumenti per compiere una scelta consapevole.
Nella scuola molto dipende dalla persona come in qualsiasi altro ambito. Per cui, trovate il modo di andare a parlare con chi direttamente si occuperà dei bambini e con chi gestirà il gruppo insegnanti e ponete loro delle semplici domande.
Nello specifico quelle che reputo fondamentali sono:
1. come funziona una giornata tipo? Tanto più la maestra è legata alla prestazione e al suo narcisismo educativo tanto più cercherà di costruire una risposta ricca e gratificante per il genitore. Scegliete la scuola per la visione che ha del bambino, non per le attività che gli propone. Per la modalità con cui accoglie la sua unicità, non per i modi creativi con cui lo porta ad esser ciò che pensa sia meglio egli debba essere.
2. come vengono gestiti i conflitti. Una buona scuola a mio avviso ha una visione positiva del conflitto, come momento di crescita, confronto e riflessione. Non lo nega, non lo demonizza, non punisce, non sentenzia, non usa sedie o angolini della riflessione (stendo un velo pietoso su questo tema);
3. fatevi mostrare l’ambiente e spiegare perché lo hanno disposto in un certo modo, qual è la logica che ha guidato quella sistemazione. Se l’ambiente è scarno, se ha pochi giochi, di scarso valore, molta plastica, probabilmente ci si trova in una scuola in cui l’azione educativa lascia poco spazio al gioco spontaneo ed alla libertà del bambino di muoversi nello spazio e scegliere cosa fare;
4. se c’è una programmazione ( tanto più è rigida la programmazione tanto meno spazio c’è per l’ascolto dei bambini);
5. come si comportano se un bambino si rifiuta di partecipare alle attività proposte. Sarebbe importante garantire percorsi personalizzati, tempi liberi, possibilità di scelta;
6. se utilizzano premi e ricompense ( se la risposta è si probabilmente metteranno in atto anche il contrario, ovvero le punizioni). La maestra ideale dovrebbe avere i brividi a sentir parlare di premi e punizioni;
7. a quali bisogni dei bambini si rifanno durante la loro azione educativa quotidiana ( a ogni bisogno corrisponde un diritto, pochi bisogni=pochi diritti);
8. se costruiscono percorsi di pre-scolarizzazione (se parliamo di percorsi 0-6) e come sono strutturati. Rifuggite dai percorsi che fanno stare seduti a lungo i bambini per abituarli a starci successivamente quando andranno alle elementari, alle realtà dove le schede regnano e dove le fotocopie dominano la situazione;
9. a quali autori e teorie pedagogiche si rifanno (non importa che conosciate tutti i nomi che vi vengono citati, ma capirete subito se chi avete davanti ha studi alle spalle, formazione continua e permanente e competenze pedagogiche);
10. come gestiscono la continuità casa-famiglia. Un buon insegnante cerca dialogo con le famiglie, perché sa che senza continuità, senza confronto, non è possibile inabissarsi nelle profondità che ciascun bambino richiede.
Se farete queste domande probabilmente passerete come genitori fastidiosi e disturbanti se i vostri interlocutori (maestri) non hanno una buona preparazione, in caso contrario sono certa che saranno felici di ricevere domande così specifiche che permettono approfondimenti pedagogici, saranno entusiasti all’idea di poter collaborare con genitori interessati e alla ricerca di confronto.
La responsabilità scolastica è sempre condivisa con le insegnanti, e la nostra parte ce la prendiamo quando scegliamo, o anche quando scegliamo di non scegliere.
La nostra scelta deve sempre affondare le radici nella consapevolezza.
E’ liberatorio sapere di averne una e poterla esercitare.
Buona consapevolezza, buona scelta e buona responsabilità.
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Sottoscrivo ogni parola per filo e per segno!!! Lo stamperei e distribuirei come modulo per le iscrizioni.Grazie.
D’accordo al 100% . Ma…e se non si trova nessuna scuola che dia risposte soddisfacenti a queste domande? L’anno prossimo dovrò iniziare la ricerca della scuola materna e la mia paura è proprio quella di dovermi alla fine piegare e accettare una scuola che non mi convince del tutto in mancanza di altro.